LA CAMERIERA LEZIOSAMENTE PROFUMATA NUOCE AL COMMENSALE

Sarà per un’eccessiva sensibilità di chi scrive: ma se al ristorante sono servito (il termine è gergo, pace per i politicamente corretti) da una cameriera mirabilmente e soavemente profumata, la mia cena è rovinata. E si pensi se la cameriera è pure avvenente e imbevuta del miglior profumo che a una ragazza si possa regalare!

Scrive Lorenzo Villanesi, il grande profumiere demiurgo, che “una fragranza… è un mondo fatto di visioni, emozioni, immagini e ricordi altrimenti difficilmente definibili, mai veramente traducibili, indecifrabili”. Il profumo crea “mondi e visioni sempre nuove, accompagnate da una profonda carica emozionale e di sensualità” (G. Squillace, Il profumo nel mondo antico, Olschki eidtore, 2020).

Io sono facilmente vulnerabile, e così, se sono al tavolo e per giunta di un notevole ristorante e la cameriera è avvolta da un aroma lezioso e provocante, la mia attenzione è confusa, ridotta, deviata dal sublime profumo prima (e, eventualmente, dalle seducenti forme poi). Non riesco a apprezzare appieno le prelibatezze che ho nel piatto; il vino “respira” (rubo il termine a Luigi Moio), provo a inalare e non sento nulla, assuefatto da chi mi ha servito.

Tanto valeva un panino d’asporto: meno carica emozionale, ma più libidine per il palato.

Luciano Cardo

Nella foto: Shelly Johnson (Mädchen Amick ) nella serie televisiva I segreti di Twin Peaks, David Lynch