Che sia un freddo e nevoso inverno la cui atmosfera è sordamente smorzata dalla neve, oppure un crepuscolo estivo dal tepore dolcemente scosso dai grilli e dal frusciare delle foglie, le campane, specialmente dei paesi più appartati, rintoccano colmando l’ambiente con un suono familiare e carezzevole, sfiorando nel profondo le corde dell’animo.
Da San Paolino di Nola, il vescovo che applicò la campana a uso sacro, e da cui verosimilmente deriva l’etimo (‘aera campana’, ossia ‘bronzi di Campania’), fino a personalità di altri tempi e dall’esistenza opposta, come Baudelaire, questo strumento ha evocato immagini collegate direttamente all’anima. Le campane, infatti, e in particolare il loro suono, sono citate dal dandy parigino in profondissimi passaggi de I fiori del male. Si animano: “cantano nella nebbia”, “…sbattono con furia e lanciano verso il cielo un urlo orrendo…”; sino a diventare muse ispiratrici. “Voglio, per comporre castamente le mie egloghe”, scrive Baudelaire, “dormire […] vicino ai campanili, ascoltare sognando i loro inni solenni portati via dal vento; […] campanili, alberi maestri della città”.
chiesa di Villa chiesa di Ustecchio
Le campane sono storia, cultura; per secoli sono state parte sociale integrante delle comunità. Si pensi, a esempio, al ruolo che svolgevano nella scansione della vita quotidiana, lavorativa e liturgica. Il valore immateriale del suono, però, sarebbe impossibile senza una struttura adatta, un supporto fondamentale che ne permetta la fruizione. Ecco allora l’importanza basilare dei campanili, degli “alberi maestri”, architettura ormai proverbiale che identifica, distingue e valorizza un singolare paese o una circoscritta comunità – di qui il termine ‘campanilismo’. Ma la materia degrada, e la struttura necessita costantemente di cura, manutenzione, ristrutturazione.
Tremosine. Tutto ha inizio col terribile nubifragio che ha investito la provincia bresciana, in particolare l’Alto Garda, il 28 ottobre 2018. Il campanile di Sermerio, già in stato precario, raggiunge il limite di sopportazione. Don Ruggero Chesini, arciprete delle parrocchie tremosinesi, senza perdere tempo segnala l’accaduto all’architetto Alberto Lancini – stimato professionista con alle spalle molti anni di esperienza nel campo del restauro e della progettazioni per l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Brescia – che per una provvidenziale coincidenza opera in quel momento alla ristrutturazione della canonica di Pieve. Lapidario e coeso il consulto: il vaso è colmo, urge manutenzione.
Nel gennaio 2019 si verifica un’altra fortuita coincidenza. Esce infatti il bando, emesso dall’Area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo nell’ambito della linea “Patrimonio culturale e sviluppo locale”, con l’obiettivo di “promuovere e attuare politiche di conservazione programmata e preventiva sull’edificato di interesse culturale”. Un’occasione ghiotta che don Ruggero non si fa scappare.
chiesa di Vojandes.JPG chiesa di Musio
“Il don è stato molto coraggioso”, dichiara Lancini, ora coordinatore generale del progetto e progettista, “perché una volta che il bando è approvato bisogna metterlo in pratica e portarlo a termine”. Per essere però preso in considerazione, il bando doveva essere esteso; il solo campanile di Sermerio non permetteva il finanziamento. Così il progetto si allarga, si fa ambizioso: di necessità virtù, e presto tutti i 12 campanili delle parrocchie di Tremosine (meno quello di Campione), molti dei in stato rovinoso, sono inseriti ufficialmente nella proposta. Questa è approvata con esito positivo con una delibera del 19 dicembre 2019.
Il merito per il titolo del progetto è ancora di don Ruggero: “il suono delle campane ha un valore immateriale; comunica, chiama, indica la presenza di Dio, la sua voce, la sua chiamata alle ore, alla festa. In più i campanili presi in esame sono dodici, come gli apostoli, i primi portavoce del Signore”. Ecco allora il titolo efficacissimo di “I 12 messaggeri dei monti”, seguito dalla chiosa più tecnica e esplicativa “recupero, cura e manutenzione programmata del sistema di campanili delle Parrocchie di Tremosine (BS)” (anche su Instagram alla voce @campanilitremosine).
Alla Fondazione Cariplo, principale sostenitrice del progetto, si accodano la Diocesi, grazie a don Giuseppe Mensi, vicario episcopale per l’amministrazione e, successivamente, la C.E.I., insieme a un piccolo stanziamento del Comune di Tremosine s/G.
I tempi. “Siamo in ritardo di circa un anno per il Covid”, dichiara amareggiato Lancini. I lavori di progettazione stanno comunque per essere ultimati. Si prevede che le imprese vincitrici dell’appalto inizino per la primavera del 2022, terminando non prima del secondo trimestre del 2023. Ultimata l’opera è in programma un concerto dei Campanari di Bergamo, i quali, oltre a sostenere il progetto con rara sensibilità, stanno provvedendo a una mappatura sonora di tutte le campane, al fine di valorizzare, parallelamente, anche il patrimonio sonoro.
Damiano Perini, luglio 2021