BEVO PER IL PIACERE DI BERE CON IL MOSNEL BRUT NATURE

È davvero necessario bere una bella bottiglia solo per  un’occasione particolare? Io non credo e, siccome mi piace bere bene, molte volte bevo per il piacere di bere. Così in una sera come le altre mi sono aperto e bevuto (senza lasciarne una goccia) una bottiglia di Mosnel Brut Nature, un Franciacorta di ottima godibilità.

Si tratta di un assemblaggio a base chardonnay (circa il 60%) con presenza importante di pinot bianco (30%) e un tocco di pinot nero (il restante circa 10%). L’esposizione ottimale dei vigneti verso est-sud/est permette una buona maturazione dell’uva. I 24 mesi di affinamento sui lieviti, inoltre, sono l’ideale per un prodotto che preservi e valorizzi i primari, non permettendo ai terziari (come la cosiddetta crosta di pane) di soggiogare l’armonia complessiva. Il vino infatti è molto elegante, fresco e fragrante; l’acidità spiccata unita a una bollicina persistente e finissima direi siano la particolarità più importante di questo vino e ciò che lo rende così godibile.

Mentre me lo gusto (il Brut Nature è lo spumante con più basso residuo zuccherino tra le nove versioni Franciacorta DOCG di Mosnel) noto e appunto anche la pulizia e l’eleganza della bottiglia: una etichetta ben studiata che dà valore al prodotto e anzi ne trovo corrispondenza. Un Franciacorta molto più lungo, “verticale”, che largo. Presentandosi con garbo al palato, scende che è un piacere; e, un sorsetto dietro l’altro, senza nemmeno accorgermi, la bottiglia è già finita.

DP

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